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Fantastica, stupenda, facilissima… queste le prime parole che mi sono venute spontanee dopo il primo morso della Sbriciolata del Sannio.
Gli ingredienti si trovano facilmente in casa anzi, la ricotta mi era avanzata dalle numerose Pastiere che ho preparato per amici per Pasqua, il “crumble” si prepara sul momento senza neanche il riposo in frigorifero , cioccolato e liquore erano lì in dispensa, qualche aroma per personalizzare e rendere ancora più accattivante questa preparazione semplice e popolare ed ecco una saporita e simpatica torta che piace gustare in ogni momento della giornata.
Francamente non ricordo di chi sia la base di questa ricetta: circa 22-25 anni fa, con un mio amico facevamo molti esperimenti di dolci e salati, prendevamo appunti poi lui trascriveva su di un’agenda, che è ancora adesso la mia personale, la ricetta che ritenevamo più riuscita.
Ho pensato di ripescarla quando una signora e sua figlia, gentili e simpatiche proprietarie di un bel bar in un paesino vicino al mio, mi offrì una fetta di questa torta fatta da loro. Rimasi interdetto per il sapore estremamente forte della ricotta di pecora, sembrava di mangiare un cosciotto con tutta la pelle. Mi precisarono che era stata fatta quella mattina da un loro amico pastore. Freschissima, genuina, certo, ma troppo pungente per una torta con pochi e delicati ingredienti.
Dissi loro che la ricotta non mi pareva adatta, ma con un sorriso ironico rivolto alla figlia, la signora disse: “Ah, non siamo abituati a mangiare cose buone”. Per carità, non voglio discutere sulle cose buone, scorrendo le pagine di questo sito, a occhio e croce non credo di non essere abituato alle cose buone…
Quello che volevo intendere era che non bisogna usare qualunque ricotta (in ogni caso di pecora, quella vaccina ha poco sapore) per fare tutto; soprattutto per i dolci, la ricotta va assaggiata e valutata idonea per fare questo o quell’altro dolce. Si rischia di compromettere equilibri, raffinatezza… ma è solo una mia opinione.
Per la base sbriciolata
- 300 g di farina Petra 5 del Molino Quaglia
- 100 g di mandorle pelate e tostate
- 150 g di zucchero di canna
- 150 g di burro morbido
- 2 tuorli
- 1 uovo intero
- 1 bustina di lievito in polvere
- scorza grattugiata di 1 limone
- un pizzico di sale
Per la farcia
- 500 g di ricotta di pecora
- 100 g di zucchero
- 1/2 bacca di vaniglia
- scorza grattugiata di 1 limone
- 1/2 bicchierino di liquore Strega
- 100 g di gocce di cioccolato fondente
- 1 presa di cannella
- 1 pizzico di sale
Preparate tutti gli ingredienti davanti voi.
Accendete il forno a 180 °C, rivestite una teglia di 24 o 26 centimetri, dipende da quanto si vuole alta. La torta che compare in queste foto è di 24, considerando che rimane abbastanza morbida per via del lievito, quindi non difficile da mangiare.
Preparate la farcia mescolando tutto insieme e mettete da parte. Un appunto: la ricotta deve essere molto asciutta, ben scolata per 1 o 2 giorni perché con il liquore tende a diventare troppo liquida e può creare problemi in cottura.
In una ciotola mettete tutti gli ingredienti della frolla e con le mani e velocemente strofinateli per rendere il tutto sabbiato e soffice.
Nella teglia spargete metà di questa preparazione senza schiacciare, mettete la farcia a cucchiaiate in modo che la base non si muova lasciando circa un centimetro libero dal bordo.
Versate sopra la rimanente frolla distribuendola uniformemente.
Mettete subito in forno per 40 minuti.
E’ veramente molto buona e semplice; si può aromatizzare e farcire come si vuole, avrà sempre successo. Non si conserva a lungo perché è sempre ricotta e la frolla tende ad inumidirsi.